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Le concentrazioni di istamina negli alimenti dipendono dalla ricchezza in amminoacidi liberi e dalla presenza di determinati microorganismi.
L’istamina nell’organismo è metabolizzata da specifici enzimi: l’HNMT (histamine N-methyltransferase) attiva soprattutto a livello intracellulare, e dalla DAO (diamine oxidase) presente in maggior misura a livello del tratto gastrointestinale e ad azione prevalentemente extracellulare.
L’intolleranza all’istamina si instaura per uno squilibrio tra quantità di istamina prodotta o assunta con gli alimenti e un deficit di degradazione per carenza di DAO e può causare un aumento di concentrazione a livello ematico tale da creare gli stessi disturbi provocati dall’intossicazione.
Le varianti che coinvolgono i geni responsabili della produzione di DAO (AOC1 sul cromosoma 7) possono aumentare la suscettibilità allo sviluppo di intolleranza all’istamina.
Metodo di raccolta PRELIEVO SALIVA
L’intolleranza all’istamina si manifesta con una sintomatologia che è molto simile a quella di una reazione allergica, tuttavia, non si verifica un’attivazione del sistema immunitario e, di conseguenza, le manifestazioni sono “meno pericolose” e rientrano nell’ambito delle intolleranze alimentari.
I sintomi tipici di questa intolleranza compaiono circa 45 minuti dopo l’assunzione di cibi ricchi di istamina e possono manifestarsi attraverso:
L’istamina è un composto azotato ampiamente diffuso nell’organismo, dove ricopre un ruolo di primo piano nelle risposte infiammatorie e allergiche, nella secrezione gastrica e in alcune attività cerebrali.
Oltre che dall’uomo, l’istamina può essere prodotta anche da altri organismi, più o meno complessi, per semplice decarbossilazione dell’amminoacido istidina.
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